È la penultima regione d’Italia per grandezza, ma è ricca di prodotti tipici gustosi e genuini. Parliamo ancora del Molise e della sua secolare tradizione agricola che fonda sulla produzione di alimenti e materie prime semplici, il suo enorme patrimonio enograstronomico.
Il Caciocavallo di Agnone
Fresco del premio di miglior formaggio a pasta filata italiano, durante il recente Italian Cheese Award 2019, il caciocavallo agnonese è una primizia apprezzata in tutto il mondo. Il recente riconoscimento è un vanto per tutto il Molise, che balza in cima alle classifiche, scavalcando addirittura la Campania.
Si tratta di un formaggio a pasta filata prodotto con latte 100% vaccino, rigorosamente locale. Ha una crosta dura all’esterno, di un colore che varia dal giallo paglierino al marrone, a seconda del grado di stagionatura. Le sue origini sono antichissime, viene prodotto infatti fin dai tempi della Magna Grecia. La particolarità risiede nella stagionatura che avviene all’interno di grotte naturali, dopo 20 giorni di maturazione. Il gusto è delicato, ma gli amanti del piccante restano estasiati dal caciocavallo più stagionato,che acquisisce un gusto più intenso e frizzante.
La Pampanella di San Martino
Piatto tipico di San Martino in Pensilis (Cb), la pampanella si trova solo in Molise. Il suo nome deriva da pàmpino, cioè la foglia in cui anticamente veniva avvolta la carne prima della lenta cottura. Si tratta infatti di carne di maiale speziata con aglio e peperoncino e cotta in forno, poi condita con aceto. La particolarità della sua lavorazione risiede proprio nella cottura: nella fase antecedente all’infornata, la carne viene coperta con carta paglia bagnata. Procedimento che le dona una inconfondibile morbidezza e ne esalta il sapore. Secondo la tradizione, veniva preparata solo in occasione delle feste locali: la corsa dei carri del 30 Aprile in onore di San Leo e la Fiera annuale del 30 Agosto. Attualmente, è possibile gustare la pampanella tutto l’anno, grazie alla maestrìa dei pochi produttori locali, che custodiscono inalterata la ricetta tradizionale.
La Pezzata
In una regione a forte vocazione pastorale, la pezzata rappresenta uno dei piatti tipici in molti paesini. Si tratta di un piatto a base di carne di pecora bollita, che prevede una lunga cottura. Se la carne di pecora ha solitamente una consistenza molto dura e un sapore decisamente intenso, sono proprio le tante ore di cottura a renderla morbida e delicata per il palato. Il segreto? Va cotta, secondo la tradizione, in un recipiente di rame e insaporita con verdure, patate e varie spezie.
Le Scarpelle
Note anche con il nome dialettale screpell, il profumo delle scarpelle fritte segna l’inizio delle festività natalizie. Sono fatte di una pastella a base di acqua, farina e lievito di birra, fritta in abbondante olio. Possono essere assaporate nella versione dolce, se cosparse di zucchero, o salata. Chi preferisce la seconda versione, le accompagna spesso con alici marinate, baccalà o cavolfiore. Un piatto semplice, come del resto tutta la gastronomia molisana, ma incredibilmente gustoso, che mette d’accordo grandi e piccini. Le scarpelle sono state inserite nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali a marchio PAT.
I Torcinelli
Gli amanti dei sapori forti e decisi, apprezzeranno sicuramente questo piatto. I torcinelli vengono realizzati con gli scarti dell’agnello, che altrimenti sarebbero buttati via: fegato, trippa e interiora, attentamente ripuliti e inseriti nel budello. Mantengono alta la tradizione, tipica del Sud Italia, di non buttare mai il cibo. E cosa ci perderemmo se lo facessimo! La ricetta tradizionale li vuole cotti alla brace ma in molti li apprezzano anche in umido.
La Ventricina
La ventricina di Montenero di Bisaccia (Cb) è un’eccellenza della salumeria molisana, ormai esportata anche fuori dai confini regionali. Realizzata solo con carne magra di suini allevati sul territorio molisano. Il suo colore acceso viene dal condimento con paprika, sale e finocchietto selvatico, che hanno bisogno di almeno 24 ore per insaporire la carne, prima che venga insaccata nella vescica del maiale. La stagionatura non deve mai durare meno di un anno e mezzo. Il risultato? Un sapore piccante al punto giusto ed una vera delizia per le papille gustative.
La Composta molisana
Una conserva di frutta e ortaggi può sembrare singolare, no? Eppure rappresenta una chicca della tradizione enogastronomica molisana. La composta si prepara con pere, uova, pomodori, carote, peperoni e cipolle, che vengono messi in un vaso di terracotta e lasciati a macerare per almeno un mese. Un sapore davvero sorprendente… provare per credere!
I Tortarelli
Un melone che assomiglia ad un ortaggio: in Molise c’è anche questo. I tortarelli sono dei meloni che però per forma, colore e sapore ricordano i cetrioli. Vengono gustati principalmente nelle insalate ed oltre ad essere gustosi, sono anche molto digeribili.
Il Formaggio di Pietracatella
Prodotto nel piccolo comune di Pietracatella, conserva intatte le origini nella sua preparazione. La maturazione infatti avviene all’interno delle mogie, grotte di tufo tipiche del paese molisano. Si presenta con una crosta rugosa e giallognola e all’interno ha una pasta molto morbida e umida. Si gusta principalmente come antipasto o accompagnato da verdure.
La Treccia di Santa Croce
Non è un semplice formaggio, ma una vera e propria opera d’arte. È un formaggio a pasta semidura filata prodotto con latte vaccino. Durante la preparazione, questa pasta viene tagliata a strisce e fatta filare con acqua bollente. Successivamente, i fili ottenuti vengono fatti rassodare prima in acqua fredda e poi in acqua salata. A questo punto, raggiungono la giusta consistenza per essere lavorati e vengono quindi disposti su un panno di cotone per formare una treccia. Formaggio tipico delle feste della Madonna dell’Incoronata e del Patrono San Giacomo, durante i festeggiamenti la treccia è portata a tracolla dai pastori, come se fosse una borsa.
Il Tartufo molisano
Il Molise è uno dei maggiori produttori nazionali di tartufo: vanta infatti il 40% della produzione italiana del pregiato tartufo bianco. L’entroterra isernino - principalmente i territori intorno a Carovilli, San Pietro Avellana, Capracotta e Boiano - è ricco di questo prodotto prezioso. La ricerca del tartufo richiede pazienza e devozione ma, una volta scoperto, si ha la sensazione di aver trovato un tesoro. Un pò come avviene a chi scopre la nostra piccola regione!